Author: Marta Treves
Il fiuto: lavoro e divertimento insieme
I cani usano principalmente tre sensi per muoversi nell’ambiente: la vista, l’udito e l’olfatto. La vista e l’udito vengono usati più spesso in quanto costano meno fatica e dispendio energetico.
“Il cibo più economico è quello più vicino, ossia individuabile con la vista. Se non c’è niente di commestibile ben in vista, allora il cane o il lupo cerca di ascoltare se sente il rumore della potenziale preda. Solo se nessuno di questi due sensi gli è di aiuto per procurarsi il pasto, il cane mette in moto l’olfatto” (Anne Lill Kvam “il fiuto del cane tra gioco e lavoro”).
Questa frase descrive bene come mai il fiuto viene usato come ultima risorsa durante la caccia, ma anche nei momenti di vita quotidiana del cane. Usa ovviamente l’olfatto per comunicare con l’ambiente, ma non in modo definito e preciso. Anche nel gioco, nella ricerca delle palline disperse nei prati, vale la stessa regola, motivo per cui molte palline vengono perse. Il cane non percepire tutti i colori, distingue il blu, il giallo ed il bianco, mentre confonde il rosso, l’arancione, il giallo ed il verde (motivo percui spesso le palline gialle da tennis non vengono viste nell’erba). Avete mai provato a lanciare dei bocconi a terra? Il cane non li trova subito con la vista e userà l’olfatto la dove gli occhi non vedono. Questo perchè oltre a non distinguere i colori i cani sono miopi e la dove non vedono interviene il naso. Sempre legato alla caccia i cani sono attratti da ciò che si muove mentre ciò che rimane fermo spesso non viene percepito. La lepre aspetta immobile e sa che solo quando si muoverà il predatore partirà all’inseguimento, e deve essere brava a calcolare le distanze! Motivo percui la pallina è più interessante quando si muove che quando è ferma.
L’olfatto costa molta energia e usarlo stanca, ma crea un senso di appagamento molto forte nel cane per questo motivo è un ottimo modo di divertirsi insieme.
I cani, si sa, hanno un olfatto molto sviluppato che viene usato per comunicare e prendere informazioni dall’ambiente. Le marcature sono un grande sistema di comunicazione canina ancora in larga parte a noi sconosciuto. Inoltre, l’olfatto è stato anche usato per tantissime attività al servizio dell’uomo come la caccia di prede fino alla ricerca di dispersi, di droga e addirittura per precise situazioni mediche. Ovviamente ogni cane ha le sue preferenze ed il suo modo di utilizzare il fiuto. Questo dato in primis dalla selezione di razza un segugio non alza mai il muso da terra cercando nel terreno odori interessanti, mentre cani da ferma annusano l’aria prima in cerca del cono d’odore della preda. Ci sono poi razze selezionate ad usare la vista per predare come i levrieri (muovendosi nelle pianure deserte hanno più facilità a vedere), che però possono comunque trovare appagamento in alcune tipologie di ricerca. Ci sono poi razze come i grossi pastori che difficilmente lavorano su richiesta e spesso sono poco interessate al cibo o gioco, ma con delle eccezzioni come la nostra amica Angie maremmana amante della ricerca.
La ricerca può anche aiutare nel lavoro con cani con problemi comportamentali andando a appagare e dare un’attività alternativa a comportamenti sbagliati. Per esempio cani reattivi possono scegliere di cercare cibo invece che reagire alla vista di persone o cani in quanto la ricerca li soddisfa di più. Inoltre cani paurosi possono iniziare a trovare nella ricerca di persone un modo per accettarne almeno la vista andando a ricevere una ricompensa dal disperso. Ovviamente in questi casi c’è bisogno di un rieducatore che possa guidare cane e proprietario per non innescare risposte negative e creare situazoni pericolose e controproducenti.
Al di fuori dell’utilizzo naturale dell’olfatto e quello utilizzato per determinati lavori, esso viene usato poco nella vita di tutti i giorni.
Il cane si annusa in modo istintivo, ma non gli viene quasi mai chiesto di farlo per motivi precisi. Molti proprietari non sanno che si possono creare bellissimi momenti di ricerca insieme e creare dei lavori di coppia in cui si sfrutta appunto questo senso per cercare cibo, oggetti, persone o riconoscere specifici odori. Per il cane è molto divertente e gratificante cercare e gli permette di utilizzare un senso che per lui è molto appagante. La ricerca può essere svolta in diversi modi, vediamoli in modo sintetico:
La pista olfattiva
Consiste nel cercare bocconcini nascosti lungo piste in cui il cane deve seguire il cono d’odore della persona appena passata e del cibo lasciato a terra. I bocconcini possono anche essere disposti in una zona delineata da un’area definita e in questo caso, si parla di ricerca nel quadrato. Entrambe le situazioni vengono prima rese semplici e poi più complesse andando ad allungare la pista, con delle deviazioni o allargando sempre di più l’area ad esempio. La stessa cosa può essere fatta con un oggetto lavorando prima in apprendimento per far si che il cane associ l’oggetto al nome della cosa dispersa. Questa attività vi porterà a creare percorsi unici e divertenti per voi e il vostro cane andando a sbizzarirvi su dove nascondere i bocconi e sfidare la loro bravura. Inoltre potete sempre insegnare al cane a cercare le chiavi della macchina o gli occhiali ed altri oggetti. Vi è mai capitato di far cadere per sbagli le chiavi e non trovarle? Usate il naso di Fido e le troverà subito!
La ricerca di persone
È un tipo di ricerca in cui il cane segue la traccia lasciata da una persona che si è nascosta e che ha con se un gioco o un premio gustoso. Una volta che il cane avrà trovato il figurante nascosto, avrà la ricompensa. Questa attività è molto divertente perché il proprietario non sa dove sia la persona e deve per forza affidarsi al cane. Ovviamente all’inizio la persona partirà a vista per far capire al cane cosa deve fare e poi l’educatore insegnerà i vari passaggi al binomio. È fondamentale che si nasconda un’altra persona e non il proprietario del cane, in quanto vedere “sparire” il proprio migliore amico potrebbe creare ansia e quindi rovinare il divertimento. Essere soli nel bosco, nel silenzio affidati solo al cane che d’istinto vi porterà dal figurante è un’esperienza unica da fare insieme al nostro amico.
La ricerca con oggetti
Cercare cibo nascosto in oggetti come piccoli bicchieri o sotto i coni andando a distinguere dove c’è il boccone e dove non c’è nulla è un altro modo per divertirsi usando il naso!
Ricerca degli sniffer
Consiste nel riconoscere determinati odori, che vengono chiamati in gergo “sniffer”, su oggetti o barattoli contenenti le essenze. Di solito si usa la cannella come odore di riferimento che il cane deve riconoscere. Oppure il cane deve riconoscere tra diversi oggetti uguali, di solito legnetti, quello toccato da noi.
Sono tanti i metodi che ci consentono di passare del del tempo col nostro cane in maniera divertente e ognuna di queste attività può essere svolta con un preciso training che da le informazioni giuste al cane e al proprietario su come utilizzare al meglio il tartufo del nostro amico. Infatti, da parte del cane c’è la condivisione del fiuto in modo collaborativo, mentre il proprietario deve dare le giuste informazioni su cosa cercare e poi affidarsi al cane. È importante affidarsi ad un educatore e seguire un corso in modo da seguire tutti i passaggi necessari. All’inizio il cane non è in grado di capire cosa deve fare, e per guidarlo insieme al proprietario deve seguire un percorso che a seconda dell’individuo sarà più o meno lungo. In modo da poter usare il fiuto come strumento per divertrsi insieme e dare al cane un senso di appagamento unico.
La ricerca oltre ad essere appagante è anche un ottimo modo per passare del tempo insieme al cane, infatti cercare per il cane vuol dire usare molte energie, più di quelle spese in un’ora di passeggiata. Alcune attività possono anche essere svolte in casa o in spazi piccoli, ma tutte sono delle ottime occasioni per scoprire un lato unico e naturale del cane. Non servono quindi grandi spazi, bisogna munirsi di qualche boccone alcuni giochi ed avere un buon programma con tutti i vari passaggi da fare per aumentare le difficoltà e provare le varie tipologie di ricerca. Preparate il vostro kit di premi, lunghina, cibo, giochi trovate un bravo educatore competente e buon divertimento!
Marta Treves educatrice cinofila
l’istinto predatorio: come conviverci
Il cane deriva dal lupo,ma il rapporto simbiotico, la convivenza con l’uomo e la creazione di una sua nicchia ecologica ha fatto si che abbia delle sue caratteristiche ben definite diverse dal suo antenato. Nonostante alcune differenze però il cane ha comunque mantenuto l’istinto predatorio del grande predatore che è il lupo. Dalla letteratura sappiamo che il cane, a differenza del lupo, è un predatore opportunista e la sua capacità di adattarsi e cibarsi di diverse fonti di cibo, animali morti e resti compresi (più simile agli sciacalli o i coyote se vogliamo) gli ha permesso di evolversi con l’uomo.
La predazione è un insieme di comportamenti: individuare-fissare-avvicinarsi-inseguire-mordere-afferrare-uccidere-sezionare. Nel lupo si arriva poi ad avere la consumazione della preda, mentre nel cane (randagi a parte) no.
Questi comportamenti possono variare per quantità, intensità e momento della comparsa durante la crescita di un individuo. Come tutti i comportamenti innati, durante la crescita del cane, anche i comportamenti predatori possono comparire prima rispetto ad altri. Inoltre, alcuni cani mostrano tutta la sequenza di comportamenti mentre altri solo in parte. Principalmente questo è dovuto alla selezione artificiale delle razze
Cani caccia da inseguimento per esempio non arrivano ad uccidere la preda, ma vengono allenati per portarla al cacciatore. Mentre cani da caccia dei nocivi (come i jack russell e molti terrier) arrivano ad uccidere le prede, in quanto il loro compito era proprio quello di ripulire le zone da animali come i topi che causavano problemi all’uomo portando malattie o distruggendo i raccolti.
Anche i pastori, sia conduttori che i guardiani, fanno il loro lavoro seguendo comportamenti all’interno della sequenza. Infatti, il Border Collie non potrebbe fissare e inseguire le pecore senza il suo istinto predatorio. Il suo lavoro si basa sull’inseguire il bestiame come farebbe con le prede senza però andarle mai a toccare (qua entra in gioco la selezione e il lavoro dell’uomo).. Anche il tenero Golden Retriever o Labrador Retriever quando ci riporta il legnetto ha in mente la caccia! infatti lui sta semplicemente facendo il suo lavoro da cane da riporto.
Ogni tipologia di caccia è ben definita dal motivo per cui è stata selezionata (inseguire, fermare, uccidere). Come accadeva nell’800 anche oggi si creano nuovi incroci ed il cane è diventata una specie con individui con caratteristiche sempre più definite.
Ma come mai il tenero bassotto sempre sul divano appena vede un gatto parte all’inseguimento? Oppure il maremmano che ha sempre vissuto vicino alle galline nel pollaio uccide un pulcino scappato dal nido? La risposta è molto semplice la caccia è un istinto innato del cane che viene passato geneticamente da generazioni. ll cane rimane comunque un predatore, che si tratti del randagio di strada che deve procurarsi cibo o del barboncino che mangia tutti i giorni le sue preziose scatolette. La caccia crea una sensazione di appagamento nel cane andando a soddisfare molti suoi bisogni e creando un forte senso di benessere. Come mai però ci scandalizziamo se il nostro cagnolino uccide una gallina, mentre non ci stupiano se il nostro gatto ci porta resti di animali? Forse dovremmo capire come convivere al meglio con il nostro cane e come andare a tutelare noi, il cane e la fauna.
Andare a reprime l’istinto o ancora peggio punirlo è totalmente inutile perchè si andrà a creare solo problemi e si rovinerà la relazione con il nostro amico. Se scegliamo un cane di razza andiamo ad informarci sulle sue origini, guardiamo che tipo di comportamenti mette in atto e se ha un istinto più o meno accentuato. Nei cani l’istinto si vede già dalla più tenera età, un setter già a pochi mesi metterà in atto comportamenti di ricerca e ferma. Se invece abbiamo un meticcio possiamo vedere cosa metterà in atto durante la crescita. Ad esempio, attraverso il gioco si può capire quale modalità i cuccioli metteranno in atto per cacciare. Osservando gli adulti e giocando,i cuccioli imparano la predazione.
Il modo più corretto è andare a creare delle situazioni in cui il cane sia cucciolo che adulto può soddisfare i suoi bisogni di predazione. Interagendo con il proprio cane e interessandoci a ciò che sta facendo, potremo renderci conto che è corretto diversificare il gioco e non soffermarci solo e sempre sullo stesso, come ad esempio la pallina. Cerchiamo di diversificare i tipi di gioco interagendo con il cane senza diventare solo un tira palline. Interessiamoci a quello che sta facendo, ad esempio curiosando insieme a lui quando, durante una passeggiata annusa e scava. In questo modo metteremo in atto un momento di condivisione della “caccia” andando a migliorare la relazione con lui e soddisfando i suoi bisogni da cacciatore di gruppo.
Ci sono poi delle attività che si possono fare sia a livello sportivo, ma anche ludico che possono far si che il cane rimanga appagato dalle sue necessità. Sport come l’agility o l’obedience vanno a ricreare momenti in cui il cane, insieme al proprietario può divertirsi attraverso attività che soddisfano i loro bisogni di movimento e concentrazione. Altre attività come il retrieving o la ricerca di persone vanno invece a ricreare situazioni più naturali, ma protette dove il cane può mettere in atto il suo istinto andando a collaborare con il proprietario usando le proprie capacità. Lavorare sulla relazione è importante in quanto il cane sarà soddisfatto di aver fatto qualcosa di utile con noi e non sentirà il bisogno di trovare altre attività da fare da solo.
Non tutti i cani e non tutte le persone amano però praticare sport o fare attività specifiche. In questo caso sarebbe bene permettere al cane di andare a soddisfare i suoi bisogni e vivere situazioni di sicurezza. Può essere utile fare un piccolo corso di educazione di base e di obbedienza per vedere come possiamo collaborare con il nostro cane ed evitare che crei danni. Inoltre possiamo lavorare sull’autocontrollo del cane e andare a vedere fin dove è in grado di controllare il proprio istinto. Non andiamo però a stimolare troppo l’istinto e correre rischi, se abbiamo un cane da caccia non abituato a lavorare e collaborare con noi non lo lasciamo libero nei boschi. Mentre se abbiamo un border andiamo a lavorare sui suoi bisogni in modo che non si metta a rincorrere bici e pedoni che corrono. Infatti l’istinto predatorio se non viene canalizzato e non si permette al cane di manifestare il proprio bisogno di predare può essere diretto verso prede “strane” tipo roller, bici, auto e moto. Questo perchè il movimento risveglia l’istinto di rincorrere e il cane trova la stessa soddisfazione che avrebbe a predare cose vere. Anche un piccolo maltese avrà bisogno di correre, inseguire una pallina e magari uccidere un piccolo peluches a forma di coniglio.
Come mai alcuni cani, anche da caccia, riescono a convivere con specie diverse, come i gatti mentre altre no? Bisogna vedere come sono stati cresciuti. Se già durante la fase di crescita i due animali convivevano il cane riconosce il gatto come parte della famiglia. Non è sempre detto che però generalizzi: il gatto di casa è una cosa, ma il gatto di strada può rimanere sempre una preda. Quello che spesso fa partire la predazione è il movimento e i gatti randagi spesso corrono via andando a istigare il cane.
Nei cani adulti bisogna vedere quanto forte è l’istinto predatorio. In caso di convivenza è sempre bene tutelare tutti andando a creare spazi divisi per i vari animali dove possano sentirsi al sicuro. In nostra assenza è sempre meglio dividere gli animali, se abbiamo qualche dubbio sull’autocontrollo del nostro cane. Ricordiamoci anche che la nostra presenza può fungere da controllo e appena noi non ci siamo il cane si senta libero di cacciare. In quel caso è sempre meglio andare a tenere separati gli animali quando siamo via. Anche la presenza di una semplice rete può fungere da inibitore, infatti le galline in un pollaio sono al sicuro, ma appena escono non sempre.
Quando prendiamo un cane ricordiamoci che è un animale predatore e che quindi ha delle caratteristiche e istinti ben precisi e che non possono essere repressi. Cerchiamo di conoscerlo al meglio, lavorare sulla relazione oltre ai suoi bisogni affinchè si possano trovare attività che soddisfano entrambi. Non spaventiamoci se il nostro cane mette in atto comportamenti predatori! non diventerà un serial killer, ma andiamo a mettere tutto in sicurezza e lavoriamo sul suo benessere.
Il tempo per il cane: qualità vs quantità
Oggi viviamo una vita piena di impegni, giornate di corsa tra lavoro e tante attività da svolgere. Spesso non ci fermiamo fino a sera e, stanchi, andiamo a dormire per poi ricominciare un’altra giornata piena. Se riusciamo a ritargliarci un momento per noi, finisce sempre che ci dedichiamo alle nostre attività preferite.
In questo mondo frenetico in cui ogni minuto è prezioso, molte famiglie condividono la loro vita con un cane e spesso ci si chiede quanto tempo è necessario dedicargli.
Ci viene detto che un cane, adulto, in salute, ha mediamente bisogno di fare circa 6 ore di attività includendo il mangiare, pulirsi e farsi coccolare. È quindi consigliato fare 3 o 4 uscite al giorno di circa un’ora l’una. Con i cani anziani e i cuccioli cambia un po’, entrambi infatti necessitano di più ore di sonno e meno di attività.
Oltre alle passeggiate, le altre attività che dovrebbe fare il cane sono il gioco sociale (ovvero insieme a noi), gioco solitario, la masticazione, oltre ad avere momenti di relax e coccole.
A leggere tutte queste cose, è facile aver paura di prendere un cane, pensando che davvero serva una quantità di tempo sproporzionata alle nostre capacità. Tuttavia non dobbiamo mai dimenticare che un bisogno fondamentale per il cane, essendo un animale sociale, è stare con la sua famiglia e sentirsene parte integrante.
Come mai il mio cane è stressato o sembra insoddisfatto dopo 2 ore di passeggiata? Magari semplicemente abbiamo camminato con lui, senza essere davvero insieme a lui. Quante volte ci capita di passeggiare parlando con amici, guardando il cellulare, distraendoci in continuazione, mentre il nostro amico cammina, esplora, praticamente in solitudine? In quei momenti non siamo attivamente con lui e ciò può causare una profonda insoddisfazione nella sua mente.
Questo è un esempio per arrivare al fulcro della questione: avere un cane è un impegno che porta via tempo ed energie, tuttavia oltre a pensare alla quantità di tempo che serve per accudire al meglio il migliore amico dell’uomo dobbiamo ben pensare anche alla qualità del tempo che gli vogliamo dedicare.
Fare un’attività insieme, dedicandoci totalmente al nostro cane, lo soddisfa molto di più che fare un’ora di passeggiata guardando il telefono. Se ci divertiamo insieme, esplorando il terreno, chiamandolo per cambiare direzione, fermandoci quando lui si ferma, premiandolo quando fa la cosa giusta, dandogli attenzione, lui sarà più felice e soddisfatto.
Interessarsi a cosa sta facendo mentre annusa, magari parlandogli e chiedendo cosa sta guardando è un modo di farci vedere interessati. Non dimentichiamo che le nostre emozioni passano dalla nostra voce e dal nostro corpo e lui le può percepire perfettamente.
Seguirlo nelle sue scorribande può essere divertente per noi e per lui, anche se all’inizio vi guarderà strano! Vedrete che poi inizierà a cercare sempre più spesso la vostra collaborazione.
Giocare con lui un pochino in modo attivo, lanciandogli qualcosa o rincorrersi a vicenda è un modo divertente di stare insieme anche nel prato sotto casa. Richiamarlo e chiedergli di fare qualcosa, un semplice seduto o un trick (ed esempio fare dare la zampa) che conosce renderà la passeggiata più piacevole.
Per i cani non è tanto una questione di quantità di attività, ma spesso conta molto la qualità. Anche nel gioco restiamo attivi parlando e muovendoci, se ci limitiamo solo ad essere dei “lancia palline” diventeremo noiosi e rischieremo anche di creare un loop compulsivo pericoloso.
Un altro punto cruciale della questione è il prendere un secondo in modo che faccia compagnia al primo. Spesso questa scelta è dettata dal fatto che si ha poco tempo da dedicare a un solo cane e quindi si pensa di “delegare” il nostro compito a un altro amico a 4 zampe. Certo, avere una compagnia può essere molto gradito al cane, tuttavia non è facile capire come i due cani si comporteranno tra loro e se veramente si faranno compagnia. Ma non solo: a dispetto di ciò che si può pensare, il tempo necessario per accudire due cani sarà il doppio rispetto a prima! Infatti, entrambi i cani dovranno godere delle stesse attenzioni e dovranno ricevere i loro momenti con noi allo stesso modo. Se vogliamo due cani dobbiamo avere il tempo da dedicare ad entrambi in modo individuale e poi insieme quindi volendo il tempo triplica. Se quindi abbiamo poco tempo da dedicare al nostro cane cerchiamo di migliorare quel poco che abbiamo piuttosto che dare il complito a qualcun altro, soprattutto se un altro cane.
Passiamo ora a un altro spunto di riflessione: il giardino. Spesso mi viene detto che la scusa per non uscire col cane è che tanto ha il giardino. Ma il giardino non da soddisfazioni soprattutto se il cane vive fuori da solo. Sia che il cane abbia accesso alla casa sia che stia fuori, il giardino fa parte della casa e quindi dopo un breve tempo inziale non sarà più interessante. Le uscite e i momenti passati insieme stimolano la mente e le emozioni e fanno si che il cane si senta realmente soddisfatto all’interno della famiglia. Il giardino per molti cani è solo una prigione un po’ più ampia di un appartamento.
La cosa importante per un cane quindi è sentirsi realmente parte di un gruppo famigliare e realizzarsi con diverse attività.
Il tempo che dedichiamo a lui è importante e almeno una parte deve veramente essere per lui.
Ci saranno le passeggiate solo per fare pipi o fatte insieme alle commissioni, ma se vogliamo davvero essere i migliori amici del nostro cane, una parte della nostra vità dovrà essere vissuta insieme a lui, entrando nel suo mondo.
Divertiamoci insieme a lui almeno per una parte della giornata e se abbiamo poco tempo da dedicargli facciamo in modo che quel poco sia il suo più bel momento della giornata. E chissà, magari il quei momenti diventeranno anche i più bei momenti della nostra giornata!!
Il cane in città
O
rmai si trovano molti più cani cittadini, in quanto le persone che vivono in ambiente urbano sono aumentate e di conseguenza anche i loro compagni. Inoltre, la vita con un bau è spesso più piacevole di una vita solitaria. Ma quali sono gli aspetti importanti da rispettare quando si ha un cane che vive in città? Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa vita urbana?
I cani ormai si sono ben adattati alla vita con l’uomo e, di conseguenza, anche all’ambiente urbano. Da un punto di vista civile bisogna ricordarsi sempre, quando si va in giro, di tenere a portata di mano un sacchetto per la raccolta degli escrementi, in quanto è importante rispettare gli spazi pubblici e magari un po’ d’acqua per sciacquare la pipì. Usiamo sempre un guinzaglio idoneo a seconda del cane e del posto dove siamo: per legge il guinzaglio può essere lungo massimo 1,5 metri.
Se siamo in un posto isolato, magari in campagna, possiamo usare una lunghina per fare correre un po’ di più il cane tenendolo però sempre in sicurezza. Evitiamo di usare i guinzagli allungabili (i flexy) perché causano molti problemi, possono diventare pericolosi e aumentano la tendenza a tirare del cane.
Per legge i cani possono stare liberi solo nelle aree dov’è specificato, tipo le aree cani, tendenzialmente gestite dai comuni. Le aree cani sono uno strumento importante in quanto permettono ai cani di città di correre liberi, di socializzare o di fare attività con i loro simili in sicurezza. Queste aree però non vanno usate come unico sfogo per il cane! È comunque importante variare le uscite per non cascare nella monotonia. Inoltre, non bisogna essere troppo dipendenti dalle aree cani, perché il cane deve comunque saper andare in altri posti, se per esempio l’area è momentaneamente occupata o fuori uso. Cerchiamo anche di non abusarne: stando troppo tempo in area cani spesso i Bau si stancano e se incontriamo un amico, non passiamo ore a parlare con lui dentro l’area, ma permettiamo l’ingresso anche ad altri, lasciando libero il campo. Inoltre, osserviamo sempre i cani per capire se si stanno veramente godendo il momento di libertà o no. Le buche che spesso si trovano dentro sono segni di disagio tra cani.
Mentre siamo in giro con il nostro cane stiamo sempre attenti a non infastidire nessuno. In città c’è un continuo movimento di persone ed è giusto che il cane venga rispettato, evitando di farlo toccare di continuo.
Inoltre, è importante che lui rispetti gli altri evitando di saltare addosso a tutti e dando fastidio.
Anche in presenza di altri cani è giusto fare attenzione: la vista di un altro individuo non vuol dire necessariamente dover farli giocare. Prima di avvicinarsi, se proprio vogliamo far conoscere i due cani, chiediamo informazioni al proprietario e aspettiamo che siano i cani a decidere se incontrarsi o no.
Se abbiamo cani aggressivi cerchiamo di evitare luoghi dove lo stress e quindi le reazioni aggressive potrebbero aumentare peggiorando la situazione.
Se andiamo sui mezzi pubblici controlliamo sempre di rispettare le norme in vigore portandosi dietro sempre la museruola (che andrebbe sempre portata in borsa anche se non si sale sui mezzi pubblici!).
Da un punto di vista canino la città può essere vissuta come un assoluto divertimento ed è facilmente condivisibile con il proprietario. Fin da cucciolo, ma anche da adulto dando il tempo di adattarsi, la maggior parte dei cani può vivere in città. Bisogna sempre rispettare le loro esigenze, nelle uscite, è giusto soddisfare sia i propri bisogni (come andare a fare commissioni) che quelle del cane, magari andando nei parchi e zone verdi che ormai sono sempre più espanse nelle nostre città, almeno un paio di volte alla settimana. Cerchiamo di creare dei percorsi sicuri in cui il cane può sentirsi libero di agire al meglio durante le passeggiate.
I cani di piccola taglia spesso vengono portati in giro per negozi, controlliamo sempre il loro benessere durante queste uscite. Per alcuni cani seguire il proprietario anche durante questi momenti può essere piacevole, ma è giusto capire se veramente per loro è cosi o è più un nostro bisogno. A volte si può anche venirsi incontro con dei compromessi soddisfacendo i bisogni di entrambi.
Se lasciamo i cani a lungo da soli in casa controlliamo che abbiamo modo di soddisfare i loro bisogni tra cui anche lo svago lasciando qualche gioco in giro. Per evitare incidenti sgradevoli creiamo anche degli orari di uscite abbastanza regolari in modo da regolare la loro giornata. I cani si abituano a stare da soli se sanno che al ritorno del proprietario potranno divertirsi e stare bene. Inoltre, se possiamo permettercelo è ottimo chiedere aiuto a dog sitter, pensioni o asili diurni controllando la loro professionalità e il loro modo di lavorare.
Vivere in città quindi non è difficile, basta avere la giusta gestione del cane nelle sue uscite, nelle ore a casa e negli ambienti pubblici soddisfacendo i loro bisogni al meglio.
Da ultimo, lo stress che può crescere nell’ambito urbano è giusto creare degli spazi di svago e relax magari uscendo fuori dalla città di tanto in tanto.
Marta Treves educatrice cinofila dogandcity.it
le discipline cinofile (educatore, istruttore etc)…tante parole tanta confusione.
Oggi si sente parlare di educatore cinofilo, istruttore, addestratore, rieducatore, comportamentalista, handler, pet therapist ma chi sono queste figure? Come fare a capire di chi ho bisogno per aiutare il mio cane? Soprattutto come faccio a scegliere tra tutte le varie scuole e metodi di lavoro? Vediamole singolarmente con una piccola premessa su chi è l’ENCI (ente nazionale cinofilia italiana). Questa associazione, nata nel 1882, si occupa della gestione della cinofilia, della categorizzazione delle razze canine e dell’organizzazione di eventi nazionali ed internazionali di eventi sportivi. Essendo un ente che si trova sul territorio da molto tempo e non essendoci mai stata una regolarizzazione del lavoro cinofilo è l’unico ente riconosciuto, ma non per questo il migliore o necessario. L’ENCI come figura professionale rilascia solo quella dell’addestratore cinofilo, ma negli anni sono nate figure professionali e corsi con una serie di nomi e caratteristiche proprie che hanno creato confusione.
Educatore cinofilo:
La parola educatore definisce colui che realizza una azione educativa, ovvero che contribuisce alla crescita dell’individuo. Nel mondo cinofilo è la figura che aiuta cane e proprietario nella crescita e nella gestione del cane nella vita di tutti i giorni. L’educatore può intervenire nelle consulenze pre-adozione, nella scelta del cucciolo, fare percorsi di educazione del cucciolo in crescita e nel cane adulto. Aiuta a creare un giusto rapporto col proprio cane e nella gestione di varie situazioni dal guinzaglio, al cane in casa, in libertà e nella socializzazione con i propri simili e non. Nel percorso può proporre diverse attività che possano piacere al cane e aiutare sempre in modo ludico. Può collaborare con i canili nella gestione delle adozioni e dei cani ospiti (non con problemi comportamentali che vedremo dopo). Collabora anche con le scuole e centri di formazione per educare alla giusta gestione del cane. In genere aiuta le famiglie nella gestione del proprio cane. Non c’è un’unica scuola professionale, ma i centri cinofili possono fare delle scuole formative seguendo la propria linea di pensiero. L’educatore è quindi la figura professionale da chiamare se si vuole essere aiutati nella scelta e nella gestione quotidiana del cane. Sta poi a noi decidere che scuola e che metodo educativo vogliamo scegliere.
Addestratore/istruttore cinofilo:
La parola addestra vuol dire “rendere destro” quindi indica una persona che addestra un individuo per una determinata disciplina. Spesso viene usata anche la parola Istruttore ” persona che viene incaricata di impartire determinate nozioni o di addestrare ed esercitare in particolari attività o funzioni” (treccani). Entrambi quindi sono figure professionali che hanno la qualifica per poter insegnare determinate attività sportive (agility, obedience, retrieving, utilità e difesa etc) oppure per discipline di lavoro come i corpi delle forze armate e la protezione civile. In questo caso i corsi da seguire sono specifici per la disciplina che si sceglie ognuno con una sola durata e un suo programma. Oggi sono nate nuove discipline percui si hanno svariati tipi di qualifiche che possiamo scegliere se vogliamo imparare una disciplina e lavorare con il nostro cane.
Rieducatore comportamentale:
Il rieducatore comportamentale è una figura professionale che lavora sulla riabilitazione dopo che è stata diagnosticata una patologia comportamentale. I problemi comportamentali possono nascere per svariati motivi come la gestione sbagliata del cane e la deprivazione di stimoli, portando a gravi difficoltà di relazione e gestione del cane in casa e fuori. Il rieducatore è un professionista che dopo un corso specifico, ha le competenze di analizzare il comportamento del cane e diagnosticare un percorso di riabilitazione. Spesso collabora con un veterinario comportamentalista.
Veterinario comportamentalista:
Il veterinario comportamentalista è un medico veterinario con una specializzazione sul comportamento di cani e gatti. Se il cane ha problemi comportamentali come aggressività. difficoltà di comunicazione, fobie ed ansie è richiesta una visita, fatta di solito nello studio del veterinario o a domicilio. Il veterinario fa un’analisi comportamentale e una diagnosi andando poi a fare un piano di lavoro spesso appoggiato da un rieducatore o se sufficiente un educatore. Il veterinario comportamentalista è l’unica figura che può prescrivere farmaci e psicofarmaci in quanto ha una laurea in medicina veterinaria.
Altre figure:
Handler sono coloro che gestiscono il cane negli eventi di esibizione per esempio le gare di bellezza. Sono figure che fanno corsi specifici per gestire il cane durante questi eventi, sapendo cosa serve e come comportarsi.
Pet therapist o coadiutori del cane sono la parte umana del binomio cane-uomo negli interventi assistiti con gli animali. Sono proprietari e responsabili della gestione del cane durante le sedute di pet therapy e devono fare un corso riconosciuto dalle regioni secondo le linee guida nazionali.
Toelettatore coloro che hanno la possibilità, dopo aver fatto dei corsi, di occuparsi della cura e del mantenimento della pelle e del pelo dei cani.
Tutte le figure hanno quindi un loro percorso necessario per poter fare la propria attività che ha un significato preciso. Se abbiamo dei dubbi possiamo sempre chiedere per avere chiaro chi chiamare a seconda della necessità.
I cani e la paura dei temporali
In questo periodo dell’anno iniziano ad esserci i primi temporali o anche solo il forte vento che spesso rende nervosi i nostri cani. Infatti molti cani hanno paura del temporale, sia del rumore prodotto dal vento e dai tuoni che per i cambiamenti magnetici che si creano. Alcuni cani hanno paura fin da cuccioli, infatti in parte può essere passata dalla madre mentre altri si spaventano per un’esperienza negativa. Capita a volte che si spaventino una volta e poi non riescano a farla passare. In ogni caso la paura è un’emozione e quindi non possiamo insegnare al cane a non avere paura come se fosse un comportamento. Io ho un’amica che ha paura dei ragni, non le posso insegnare a non averla, posso però farle capire come conviverci e darle fiducia che con me sarà al sicuro.
Se abbiamo un cucciolo è importante cercare di fargli capire che il temporale non è pericoloso, farlo abituare ai cambiamenti che porta rendendo sicura l’esperienza. Durante un temporale cerchiamo di avere atteggiamenti calmi, possiamo proporre delle attività e cerchiamo di evitare di avere comportamenti ansiosi. Infatti il cucciolo vedrà come ci comportiamo e imparerà che il nostro stato d’animo è quello giusto. Evitiamo comunque di uscire quando ci sono molti tuoni vicini, ma se siamo fuori vediamo cosa fa e a seconda del suo comportamento ci adeguiamo. Se si agita possiamo stargli vicino calmandolo, se accetta possiamo giocare o proporgli qualcosa. La cosa importante è cercare sempre di dare senso di sicurezza.
Se invece abbiamo un cane adulto che ha già paura vediamo come si comporta e cerchiamo di capire come mai. Alcuni cani si spaventano dopo un brutto episodio che possiamo cercare di ricreare per modificare la risposta. Ma alcuni cani hanno paura fin da subito o comunque la paura è molto profonda un pò come la paura dei ragni nelle persone. In questo caso bisognerà lavorare soprattutto sul mettere il cane al sicuro e lavorare sulla nostra relazione in modo che sia chiaro che con noi sarà al sicuro. DI solito i cani cercano un posto, spesso chiuso e riparato dove nascondersi, in casa vanno anche in bagno in quanto le piastrelle sono isolanti dal suono e dai campi magnetici. Se siamo in casa permettiamo al cane di andare nel suo posto sicuro, a volte si può anche usare un kennel con pannelli fonoassorbenti. Alcuni cani chiedono la nostra presenza in quel caso mettiamoci vicino a loro senza toccarli troppo, ma facendoci sentire in modo rassicurante. Non sgridiamo il cane, ricordate che la paura è un’emozione, non ignoriamolo e non cerchiamo di distrarlo con altro in quanto sarebbe inutile. Se siamo fuori cerchiamo di andare in un posto più sicuro possibile, molti cani si sentono sicuri in auto o magari tra le persone. Tendenzialmente il cane poi inizia ad ansimare, tremare e avere comportamenti da paura.
Personalmente con charlie ho lavorato sulla nostra sicurezza. Se lei è libera e si spaventa corre via, ma mentre prima scappava ora si ferma e mi aspetta, la lego e torniamo alla macchina o a casa. Se è legata cerco di capire a che livello di paura è poi piano piano senza fretta torno a casa, se è proprio nel panico torno subito sennò faccio con calma o mi allontano dalla fonte (lei ha paura anche degli spari).
Alcuni cani hanno atteggiamenti più aggressivi, o verso se stessi mordendosi e leccandosi o verso gli oggetti distruggendo. In questo caso sentiamo un professionista per cercare di trovare il modo di inibire questi comportamenti e dare al cane la possibilità di cambiare comportamenti. Questo non significa far passare la paura, ma conviverci in modo meno pericoloso. L’uso di farmaci è molto complicato e va seguito quindi è fondamentale chiedere ad un professionista e farsi seguire. Anche l’uso di integratori alimentari e medicinali come i fiori di Bach vanno usati con criterio e chiedendo come funzionano in quanto possono portare il cane ad avere cambiamenti improvvisi.
La cosa fondamentale e quindi rendere meno paurosa l’esperienza permettendo al cane di avere fiducia in noi e nel fatto che con noi non succederà nulla. La paura è un’emozione spesso istintiva che non può essere semplicemente cancellata, ma possiamo imparare a conviverci.
Prevenzioni da fare anche durante la quarantena
Nonostante siamo in quarantena a è fondamentale mantenere i nostri cani protetti ed in salute, sia per il loro benessere che il nostro. Infatti anche se stiamo di più a casa stanno arrivando i primi insetti, le zanzare e con il primo caldo è più facile il diffondersi delle malattie dall’ambiente. Le vie di contagio possono essere per contatto diretto tra due specie (rabbia), per insetti vettori (malattia di Lyme), ambientali (micosi) e attraverso il ciclo vitale di due vertebrati (Echinococcosi). In Italia non esistono vaccini obbligatori tranne quelli dei cuccioli che si fanno nei primi mesi di vita (tra cui quello del cimurro e dal parvovirus).
Ma sono fortemente raccomandati alcuni vaccini che aiutano a prevenire alcune malattie e la loro diffusione nella popolazione. Uno di questi è il vaccino che include la protezione alla leptopsirosi, cimurro canino e l’epatite canina e si può fare ogni 3 anni. La leptospirosi è una malattie che si prende dall’esposizione di mucose infette e di feci prevalentemente dei roditori. Ci sono diversi ceppi di questa malattia per uno di questi è fondamentale fare un vaccino annuale mentre per gli altri ceppi e le altre malattie basta quello ogni tre anni. Può essere raccomandato fare questo vaccino in questo periodo in quanto la natura si è svegliata e gli animali iniziano a girare di più.
Un’altra fondamentale buona regola è la prevenzione contro la filaria tramite la somministrazione del farmaco via orale oppure anche il vaccino annuale. La scelta di come fare la prevenzione può essere fatta in base alla comodità e al costo. Io preferisco fare il vaccino perchè si fa una volta all’anno senza il rischio di dimenticarsi la somministrazione mensile, inoltre non a tutti i cani piace mandare giù le pastiglie. Ogni tot anni si può anche fare un esame del sangue per vedere che sia effettivamente tutto a posto a livello corporeo.
A seconda della zona dove si vive e del tipo di vita che si fa si può pensare di fare il vaccino per la lehsmaniosi e per la rabbia. Quest’ultima in Italia non è più obbligatoria in quanto la malattia è stata debellata, ma è obbligatoria se si va all’estero (va fatta almeno un mese prima della partenza) e può essere raccomandata se si vive in zone confinanti ad altri paesi.
L’ultima, ma non meno importante, regola è l’uso di antiparassitari per la protezione da pulci, zecche, zanzare e altri insetti portatori di malattie. Ci sono in commercio varie tipologie di antiparassitari, collari, pipette e anche vaccini ognuna con le proprie caratteristiche. Possiamo vedere insieme al veterinario cosa è meglio per il nostro cane in modo da essere sicuri di proteggerlo al meglio. Alcuni antiparassitari sono dannosi per i gatti per esempio oppure se scegliere tra collare e pipette. Ricordiamoci di guardare la durata dell’antiparassitario e diamo sempre una controllata ai nostri cani al rientro delle passeggiate.
La bella stagione è un bellissimo periodo dell’anno, ma bisogna viverla al sicuro. Sentite il vostro veterinario per un consiglio e una visita di controllo. Essendo una questione di salute i veterinari possono lavorare e muoversi per le visite e i vaccini stagionali sono delle priorità anche in questo periodo per il benessere e la salute di tutti. Sentite il vostro veterinario per fissare un appuntamento in studio o a domicilio.
I cani e la quarantena
In questi giorni di quarantena, da noi ormai siamo alla seconda settimana, non è facile, ma non lo è nemmeno per i nostri cani. Come ogni cambiamento anche questo periodo causerà un po di stress per loro, vederci sempre in casa, uscire meno e sicuramente sentirci più agitati non li aiuta. Ecco allora qualche consiglio su come affrontare le giornate con loro perchè, come diciamo spesso, la vita di un cane non è solo passeggiare in giro, ma molto di più. Vediamo in primis alcune attività che potete fare, qualunque cane di qualunque età e razza e non andando poi a dosarne la quantità a seconda dell’individuo:
Attività di fiuto:
Tutti i cani hanno un naso ed essendo predatori la loro attività più soddisfacente è quella di cercare cibo nascosto e poi mangiarlo. Il fiuto infatti va a usare la maggior parte del cervello canino essendo un’attività naturale per esso. Potete iniziare con una cosa molto semplice come sparpagliare cibo in un’area ristretta e poi dare il segnale cerca, appena lui metterà giù il naso e scoverà tutto. Per poi complicare le cose facendo piste camminando in una direzione per poi mettere gìù il bottino, tornare dal cane e dare il segnale. Oppure potete fare la ricerca del quadrato andando cioò a marcare un’area definita in cui ci sarà poi il bottino. Le prime volte fatelo a vista, se siete in due e uno può tenere il cane,mentre l’altro nasconde l’esca oppure legatelo se possibile, poi fatelo mentre il vostro cane non vi vede. Potete variare tipo di cibo e superfici (anche il altezza usando per esempio le sedie o i mobili ovviamente il cane deve poterci arrivare in sicurezza). Il fiuto può essere usato anche con gli oggetti, se avete cani che giocano o un pò interessati. Potete lavorare in apprendimento, prima, per fargli conoscere gli oggetti oppure usarne uno specifico per la ricerca e lui assocerà il nome dell’oggetto all’attività, magari il suo gioco preferito. l’attività di fiuto è molto gratificante per il cane ed essendo associata ad un’attività masticatoria è rilassante allo stesso tempo.
Tricks:
I Tricks sono comportamenti di per sé inutili per il cane, ma che stimolano la nostra creatività, migliorano la relazione e collaborazione e aiutano a muoversi nel modo giusto. Alcuni tricks sono: dare la zampa, rotolarsi, girare su se stessi, muoversi intorno al nostro corpo o intorno ad un oggetto, toccare qualcosa con il naso o la zampa e molti altri. Ogni comportamento viene insegnato tramite un percorso fatto di piccoli step usando il cibo come aiuto e rinforzo per il cane, si passa poi ad avere il comportamento fissato ed ad inserire il segnale. Una volta concluso è possibile fare delle sequenze creando piccoli esercizi continui e divertenti (se volete fare le cose in grande potete guardare la dog dance). Si possono anche creare dei percorsi che il cane deve fare, magari inserendo anche delle posizioni (stare seduti in un punto e a terra in un altro per esempio).Una volta imparati per il cane sarà comunque uno stimolo lavorare con noi e divertirsi a imparare cose nuove o mettere in pratica cose già fatte. Alcune cose poi possono essere molto utili per noi, magari insegnare al cane a mettere via i giochi dei bambini per esempio. Per i tricks potete guardare dei video online, scrivetemi e vi indirizzerò ai migliori oppure vi dirò come fare. La cosa importante è divertirsi sempre sia noi che il cane e farlo in sicurezza.
Attivazione mentale:
L’attivazione mentale parte dall’uso del fiuto, andando però ad attivare le sinapsi di una parte più specifica del cervello aumentando quindi lo sforzo di ragionamento e attività del cane. Infatti il fiuto è un’attività naturale e principale del cane che attiva una grossa parte del cervello. Mentre l’attivazione mentale e poi il problem solving va a toccare parti molto specifiche che se allenate aiutano il cane a fare ragionamenti complessi utili anche nella vita di tutti i giorni. Partendo dalle cose più semplici si possono usare diversi contenitori (porta uova, vasetti yogurt, carta igienica, asciugamani) dove nascondere cibo. Possiamo prendere per esempio dei bicchierini di plastica o carta metterci del cibo e rovesciarli ed il cane potrò muoverli con le zampe o il muso per arrivare al cibo. Non ha importanza come il cane arriva al cibo, a seconda della sua preferenza. Oppure possiamo usare un asciugamano arrotolato con dei bocconi dentro o il rotolo interno della carta igienica schiacciato. Iniziate con cose semplici andando ad aumentare la difficoltà chiudendo di più gli oggetti o cambiando tipologia. L’importante è non gratificare e premiare il cane in quanto l’attività è gratificante di per sè. Dobbiamo solo intervenire se il cane va in crisi per la non riuscita andando a semplificare un pochino l’esercizio. Se avete cani timidi o paurosi iniziate con materiali più leggeri tipo di carta e poi più pesanti, la plastica fa più rumore. Anche variare le superfici può essere uno stimolo oppure variare tipologia di cibo: secco, umido. dolce, croccante, spalmabile perchè anche ai cani piace variare gusto. Nei negozi potete trovare oggetti apposta dal più semplice il kong a più complessi, ma potete usare la vostra fantasia in modo da divertire un pò tutta la famiglia.
Ci sono poi i vari snack da poter dare al cane, masticare è sempre un’attività gratificante per loro e ovviamente momenti di coccole e relax. (potete anche comprarli su internet) Se avete paura che il vostro cane ingrassi dividete le sue razioni nelle attività, chi ha detto che il cane deve mangiare sempre in una ciotola? Usate cibo che possa digerire e che non gli faccia male. Ovviamente le passeggiate sono importanti, cercate però di fare giri brevi e utili, evitate le aree cani che sono posti dove la gente si concentra, ma piuttosto variate i giri intorno a casa. Se pensate che il vostro cane stia subendo dei cambiamenti chiamate un educatore per dei consigli in modo da non avere problemi quando si tornerà alla vita di sempre. Anche piccole variazioni di comportamenti (tipo se vi segue in giro per casa perchè non più abituato a stare solo) possono essere piccoli segnali d’allarme. l’importante è non stravolgere la nostra vita e nemmeno la loro, ma andare a riempire momenti di vuoto nostro e loro che magari andrebbero a riempirsi nelle passeggiate o durante la socializzazione con i loro simili. Ogni cane ha bisogno di tot attività in base all’età, razza, personalità e sta a voi definire il tempo in cui basta per farlo stare bene. Charlie per esempio non è un cane attivissimo e si annoia facilmente, ma dieci quindi giorni al giorno sono sufficienti per farle godere queste giornate. Ricordatevi poi di queste attività quando torneremo alla vita di sempre perchè sono utili sempre per migliorare la vita dei cani e della nostra. Infatti un cane non può vivere solo di passeggiate per poi stare otto ore e la notte a fare niente.
Per qualsiasi cosa chiamatemi o scrivetemi. buon divertimento!
La monta: un comportamento diversi significati.
Come tutte le specie animali anche i cani hanno dei comportamenti tipici della propria specie, che hanno dei significati diversi in base al contesto in cui vengono applicati. I comportamenti vengono elencati in quello che viene chiamato etogramma e suddivisi in gruppi a seconda del significato: comportamenti agonistici, di imposizione, sociale e di gioco, di stress paura e fuga (Alexa Capra 2011). Alcuni comportamenti possono essere presenti in diverse categorie perché a seconda del contesto può variare il loro significato. Uno di questi comportamenti è la monta (escludendo la monta per motivi di accoppiamento), infatti si trova sia nei comportamenti di imposizione che di stress.
Capita di vedere due cani che si montano (che siano dello stesso sesso o di sesso opposto). In questo caso può essere un comportamento impositivo in cui chi monta vuole dimostrare di essere più forte rispetto all’altro in base ad una differenza nella relazione dovuto all’età, il sesso, la personalità e l’esperienza. In questo caso se non c’è una vera tensione nella comunicazione tra i cani non c’è bisogno di intervenire. Se invece la tensione cresce, come succede a volte tra maschi adolescenti è meglio dividere i cani ed evitare scontri.
In un gruppo di cani capita di vedere un individuo che monta gli altri soprattutto dopo momenti di tensione o di confusione. Per esempio se si rincorrono in maniera troppo insistente. In questo caso il cane che monta sta calmando l’individuo che causa la tensione in quanto la monta ha l’effetto di ridurre lo stress. Spesso succede che le femmine montino individui più giovani per calmarli e riportarli ad una comunicazione più corretta. In questi casi è giusto affidare ai cani tutor il ruolo di pacificatori perché insegnano ai giovani a dosare le loro energie nella comunicazione.
Ma perché alcuni cani montano oggetti (come cuscini o peluches) o montano le gambe delle persone? Anche in questo caso è in gioco lo stress, che può essere sia del cane che delle persone. Capita che il cane in questione sia sotto stress per vari motivi o per un fattore che l’ha spaventato, o perché non è stato soddisfatto il suo bisogno di scaricare energie a sufficienza. Infatti può succedere che il cane monti anche dopo una sessione di gioco molto intenso perché ha un eccessivo livello di energia in corpo che non riesce a scaricare. In entrambi i casi il cane deve scaricare lo stress accumulato su qualcosa che lo può appagare. A volta se succede qualcosa tra le persone presenti (per esempio si litiga) il cane monta la persona agitata in questo caso per calmarla. In entrambi i casi è sempre meglio capire la fonte di stress e cercare di migliorare la condizione del cane andando ad appagare i suoi bisogni con attività alternative come l’attività masticatoria, la ricerca olfattiva o il contatto sociale. Dopo che si è capito come aiutare il cane è bene capire la fonte dello stress e lavorare su di essa in modo che non causi altri problemi in futuro.
È importante vedere bene la situazione in cui viene esibito il comportamento in modo da capire i motivi e quindi risolvere eventuali problemi. La monta ha diversi significati a seconda di come viene esibito e con chi. Se non si riesce a capire il motivo è meglio chiedere ad un educatore in modo da analizzare la situazione e capire come migliorare la situazione. La monta non è sempre un problema, se non viene messo in atto in modo esagerato e se ha un veloce effetto appagante o chiarificatore. Bisogna quindi sempre valutare se e come è il caso di intervenire o no.
Il mondo dei canili.
Ornai è da tre anni che faccio attivamente parte di un’associazione di volontariato, rescuebau che si occupa di cani a 360°. Ci occupiamo di educazione nell’ambito cinofilo andando a sensibilizzare sui vari argomenti interessati dal lato umano e soccorso, riabilitazione e adozione di cani che subiscono disagio fisico o psichico. Per avere più informazioni riguardo al nostro lavoro potete visitare il sito https://www.rescuebau.it/ o la pagina facebook.
Questo articolo infatti non è una pubblicità alla nostra associazione, ma vorrei fare chiarezza su un mondo ormai vasto, quello dei canili ed associazioni, e sui problemi che ci sono riguardo adozioni sbagliate e cani che non escono più dalle gabbie. Nel nostro stato purtroppo non c’è controllo per quanto riguarda le adozioni e non c’è, a mio avviso abbastanza volontà nel far rispettare norme e attenzione al benessere del cane. I cani finiscono in box senza venire conosciuti, senza venire aiutati e gestiti nel modo giusto e poi vengono adottati senza controlli, senza consapevolezza. A partire dalle staffette che mandano su e giù per l’Italia cani che poi si mostrano diversi da una una foto vista su internet (è diventato più grande di come sembrava, sembrava un cane tranquillo invece è agitato…) fino a dare cani come fossero pacchetti che il primo che arriva piglia tutto. Questo causa poi un rientro in canile, che causa un ulteriore trauma al cane allungando poi la sua permanenza in box dovuto all’insorgersi di problemi comportamentali e fisici più complessi.
Se decidiamo di adottare un cane informiamoci sulle strutture più vicine a noi, facciamo un sopralluogo e prendiamo più informazioni possibili. Andiamo a vedere il posto, facciamoci conoscere mettendo in chiaro le nostre esigenze, vediamo i cani ospiti. Da parte della struttura deve esserci la possibilità di fare degli incontri conoscitivi e un periodo di inserimento in modo da conoscere il cane e capire veramente se è quello giusto. Chiediamo anche qualche numero, se hanno avuto rientri (se si vuole dire che c’è un problema nella valutazione dei cani rispetto alle famiglie e viceversa), chiediamo se i cani sono seguiti da veterinari per la parte sanitaria e da educatori per la parte comportamentale. Chiediamo di conoscere il cane con i volontari che lo seguono maggiormente in modo da avere più informazioni possibili. Non facciamoci prendere dall’ansia di tirare fuori i cani dai box, perchè se la struttura è quella giusta per il cane sarà più un trauma uscire e trovare la famiglia sbagliata e quindi tornare dentro, piuttosto che rimanere qualche settimana in più nella struttura. Molte strutture moderne oggi hanno la possibilità di far uscire i cani tutti i giorni, farli divertire e seguirli da un punto di vista educativo in modo da renderli più adottabili.
Noi di rescuebau prendiamo anche cani che arrivano da strutture non idonee cercando di dare una mano a canili sovraffollati (soprattutto del sud) e cerchiamo di fare una rete di aiuti più vasta possibile. Nel momento in cui il cane arriva da noi viene sottoposto a un controllo veterinario e poi uno screening da noi educatori per valutarlo e aiutarlo a crescere e conoscere il mondo. Fin da subito può iniziare ad uscire all’interno della pensione e si fanno attività mirate per aiutarlo come la conoscenza del guinzaglio, passeggiate in paese e molto altro. Non siamo l’unica struttura a fare questo tipo di lavoro, ma purtroppo siamo pochi per questo serve tanta comunicazione e divulgazione. Adottare non vuol dire prendere il primo cane che vediamo, ma è un percorso da fare insieme ai volontari ed associazioni per poi poter scegliere il cane con cui vivere al meglio la nostra vita. Sapere da dove viene quel cane, cosa ha subito e fin dove può arrivare (non tutti per esempio possono andare a vivere in centro a Milano) è fondamentale per il benessere di tutti. Se vogliamo adottare scegliamo le strutture che hanno come principi il benessere del cane, la possibilità di una conoscenza del cane con degli incontri e appoggi da parte di educatori idonei. Se ci prendiamo più tempo per conoscerlo sarà più facile trovare il nostro amico a quattro zampe con cui passare una parte bellissima della nostra vita.