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La neotenia: comportamenti e aspetti infantili nei cani.
Vi siete mai chiesti perchè alcune razze di cani, soprattutto molossoidi hanno occhi grandi, musi schiacciati e comportamenti apparentemente molto infantili? Oppure come sono nati alcuni colori di mantello molto colorati e pezzati non presenti in natura?
Ebbene la domesticazione del cane comportò una sorta di “regressione” delle caratteristiche morfologiche dell’adulto verso l’aspetto infantile: orecchie pendenti, occhi grandi e tondeggianti, musi schiacciati e perfino la pezzatura del mantello sono tutti caratteri che non esistono nel cane selvatico. L’uomo ha selezionato sempre di più diverse tipologie di cane in base alle caratteristiche che gli servivano per determinate attività sia fisicamente che in base al comportamento (anche se meno consapevolmente). Nel 1995 diversi autori tra cui Coppinger e Schneider dimostrarono che le razze dei cani potevano essere suddivise secondo aspetti neotenici in quanto la manipolazione della morfologia poteva influenzare carattere e temperamento e viceversa.
Facciamo un passo indietro: Viene definita neotenia il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili (Konrad Lorenz). Quindi si è visto che la domesticazione del cane comportò una sorta di regressione dell’adulto verso l’aspetto infantile soprattutto in alcune razze e gruppi. Alcuni autori hanno quindi diviso le razze in gruppi seguendo lo schema della neotenia. Questa suddivisione è una tra le tante e non va presa sapendo che ogni individuo è comunque diverso dall’altro e ci sono altri fattori insieme. Vediamo i vari gruppi:
Primo stadio, infantile: Le caratteristiche fisiche sono: orecchie piccole e pendenti, occhi grandi, cranio tondeggiante e corpo tozzo. In natura i cuccioli sono legati alla madre e ai fratelli, e hanno paura del mondo esterno questo nei cani si riflette con individui poco interessati a cosa succede fuori e che si fidano di pochi individui della famiglia. Ne fanno parte principalmente i molossoidi e cani da compagnia, sono molto territoriali e poco consoni a fare attività. Sono anche grandi lottatori in quanto spesso non hanno comportamenti rituali tipici dei lupi e canidi adulti. Sono spesso cani impulsivi e poco inclini a comunicare. Questa caratteristica per esempio fa si che molto molossoidi siano poco socievoli con gli altri cani.
Secondo stadio, gioco: Fisicamente hanno orecchie più lunghe, ma pendenti o semierette, muso più lungo e corpo più proporzionato. Sono cani molto curiosi e vivaci come i cuccioli di lupo dal 3 ai 4 mesi che iniziano ad interagire con individui al di fuori della famiglia. Sono molto curiosi e questo si vede nei cani che hanno una forte tendenza a prendere tutto in bocca. Le razze tipo sono i braccoidi e soprattutto tutti i retrievers cani molto socievoli e collaborativi.
Terzo stadio, il pastore: Le orecchie sono ormai erette o quasi erette, il muso si è ulteriormente allungato, l’andatura è agile e sciolta. Tra i 4 e i 6 mesi in natura i cuccioli imparano gli ordini gerarchici e ordinamento del branco, questa ne fa cani molto collaborativi. Inoltre iniziano a mettere in atto comportamenti predatori come inseguire e sorpassare ogni oggetto in movimento. Tra le razze ci sono la maggior parte dei lupoidi, specialmente quelli da pastore.
Questi cani sono adatti a compiti di guardia, perché già territoriali; di difesa, perché sono pronti a tutto per il padrone-capobranco; di pista, perché conoscono già le tecniche di caccia che li spingono a usare l’olfatto; di conduzione del gregge, perché tendono a “raggruppare” gli animali che vengono loro affidati. Le razze che appartengono al terzo stadio sono quelle più duttili ed eclettiche, perché mostrano una maturità psichica “quasi” adulta ma restano assai dipendenti dai superiori gerarchici.
Quarto stadio, tallonare: Fisicamente sono dei lupi adulti cioè con orecchie dritte, muso lungo, corpi agili e muscolatura ben sviluppata. Sono cani indipendenti, fortemente interessati al mondo esterno e predatori completi perchè in natura iniziano ad andare a caccia con gli adulti. Ne fanno parte principalmente i cani nordici, cani molto gerarchici, e collaborativi, ma se si entra nel loro interesse e senza prese in giro.
Quinto stadio, adulto: Assomigliano anche loro ai lupi adulti, non abbaiano quasi mai in quanto è un comportamento infantile (possono ululare). Sono molto indipendenti e predatori come tutti i levrieri e alcune razze nordiche. Sono pochi cani appartenenti a questo gruppo e possono essere comunque dei grandi compagni di vita.
Questa suddivisione è molto interessante per fare alcune considerazioni si comportamenti presenti in alcune razze piuttosto che in altre. Per esempio la grande collaborazione dei cani da pastore è dovuta al fatto che ricordano i lupi giovani curiosi e pieni di energia. Mentre la forte reattività di alcuni molossi come i pitbull e la bassa tolleranza coi cospecifici è dovuta al fatto che non hanno le competenze comunicative proprio come i cuccioli di lupo. Questo è un modo per conoscere ancora meglio il nostro amico a quattro zampe e imparare a gestirlo al meglio per evitare problemi e incidenti, ma vivere una vita piena e serena.
Cane e gatto: amici o sempre nemici?
Da sempre si pensa che cani e gatti non vadano d’accordo, ma oggi in tante case ci sono entrambi. In alcuni casi infatti la convivenza è possibile anche tra questi animali che hanno un modo molto diverso di vivere e di convivere con noi. Cani e gatti hanno bisogni differenti e derivano da due specie diverse: il cane è un canide, animali predatori che vivono in gruppi e formano legami molto stretti con la famiglia umana e non di cui fanno parte. I gatti sono felini animali tendenzialmente più solitari, anche loro predatori, ma anche prede e quindi più schivi e istintivi nel loro mondo.
L’ideale sarebbe far conoscere ad entrambi l’altro fin da cucciolo in modo che si riconoscano, soprattutto il cane, come parte del loro branco. Per il cane se riconoscerà i gatti fin da cuccioli avrà modo di vederli come parte dell’ambiente in cui vive e non andrà in predatorio. Ovviamente ci saranno delle razze e degli individui che per istinto avranno più difficoltà ad accettare i gatti soprattutto se questi si trovano fuori e si spostano velocemente perchè li vedono come prede. Mentre il gatto se crescerà con i cani non li vedrà come un pericolo e impareranno entrambi a comunicare correttamente.
Se invece vogliamo adottare un cane e abbiamo già un gatto o viceversa ecco qualche consiglio:
Facciamo delle prove in modo che possiamo valutare la reale fattibilità soprattutto se il cane è adulto, infatti se va subito ad usare la bocca e mostra evidenti comportamenti predatori non sarà compatibile. Anche il gatto può manifestare comportamenti aggressivi e non accettare il cane, in questo caso chiedete sempre consiglio ad uno specialista.
Mettiamo in sicurezza il gatto, in modo che abbia sempre delle vie di fuga come cancelletti tra le camere e le ciotole e lettiera in alto o dove il cane non possa arrivare. All’inizio può essere utile mettere al cane una lunghina per fermarlo se esagera.
non forziamo l’interazione, ma lasciamo che si studino con calma., è probabile che micio all’inizio si sposterà quando il cane dorme o è fuori.
Può essere che il gatto non mangi per un paio di giorni e si nasconda un pò, ma vedrete che poi troverà la sua strada. I gatti sono per naturali animali schivi e diffidenti, hanno bisogno di tempo per capire che non ci sia pericolo per potersi sentire a loro agio.
Cercate di dedicare del tempo ad entrambi in modo che possano avere le loro routine soddisfatte e condividere man mano sempre di più.
Se il cane convive con un gatto non aspettatevi che riconosca tutti i gatti che incontra. Infatti può essere che comunque i gatti incontrati per strada siano visti come prede, ma non spaventatevi perchè è normale che distinguano cosa fa parte del loro branco e cosa no.
Dominanza, capobranco…ma di chi?
Spesso mi viene detto: “il mio cane è dominante” oppure “il mio cane non mi vede come capobranco” oppure mi viene chiesto come fare si che il cane ubbidisca e basta. Ma ragioniamo un attimo sul significato delle parole:
Una definizione base di dominanza è “modello di comportamento secondo il quale gli individui stabiliscono le gerarchie di gruppo”. Quindi è un tipo di gerarchia e relazione in un gruppo di individui di un gruppo famigliare della stessa specie. Essendo il cane e l’uomo appartenenti a due specie bene diverse e definite non ha senso parlare di dominanza in quanto non porta nessun beneficio. i nostri cani non vivono la loro vita cercando di prendere decisioni e conquistare il letto o il divano. Non ha quindi senso cercare di obbligarli a regole come mangiare dopo di noi, entrare in una camera solo con il nostro permesso o altro rischiamo solo di aumentare la loro frustrazione.
Un altro punto è che è stato dimostrato con studi scientifici che cani e lupi hanno modi molto diversi di gestione del branco e delle relazioni tra individui. I lupi (parlando di quelli selvatici) sono formati da individui strettamente imparentati tra loro in cui i più anziani, e quindi più competenti, guidano i giovani creando vere e proprie gerarchie famigliari. I membri più in alto sono quelli che danno sicurezza, protezione e prendono decisioni importanti e sono quelli che fanno meno per essere ascoltati di più. Nei gruppi di cani ferali o randagi invece non ci sono gruppi stabili e in base alle risorse disponibili gli individui si uniscono o dividono dal gruppo. I nostri cani quindi creano dei legami con altri individui che possono essere più o meno duraturi del tempo e variabili. Non ha quindi senso parlare di dominanza tra individui che si conoscono dieci minuti al parco piuttosto si parla di capacità di comunicazione e tolleranza alla presenza di altri individui.
I nostri cani quindi hanno bisogno di rispetto, di una guida che li faccia vivere al meglio nel mondo e che li porti a potersi esprimere per quello che sono. Dobbiamo essere i loro compagni di vita, diventare i loro amici e non reprimerli come se dovessero ubbidire a delle regole senza senso. Chi tende a usare molto il controllo, voler essere padrone è perché non riesce a stare in modo sereno con gli altri e quindi nemmeno con un cane.
TRICKS: PICCOLI TRUCCHI PER DIVERTIRSI CON IL PROPRIO CANE.
Fanno parte dei tricks tutti quei comportamenti che possiamo insegnare al cane, che non hanno una funzione precisa, ne fondamentale nella vita. Servono per creare momenti divertenti oppure creare sequenze per far lavorare con il cane, per esempio cercare e mettere via determinati oggetti. Alcuni esempi sono: dare la zampa, passare sotto le gambe, l’orsetto, rotolarsi, girare su se stessi o intorno ad un oggetto, toccare qualcosa, fare il morto, l’inchino e molti altri.
Ogni comportamento viene impostato in apprendimento in una o più sessioni e a seconda del cane sceglieremo la modalità e i tempi giusti. Per scegliere quale trick fare bisogna tener conto della costituzione del cane e della sua forma fisica, ma quasi tutti sono facilmente fattibili da tutti i cani iniziando da quelli un più semplici. Man mano che si va avanti nel creare nuovi comportamenti il cane migliorerà la capacità di imparare e collaborare con noi. I tricks possono poi essere messi insieme in sequenze in modo da creare piccole coreografie divertenti. queste piccole sessioni di lavoro servono per sviluppare le conoscenze e capacità del nostro cane, oltre a mantenere il fisico in salute (e anche il nostro visto che ci dovremo muovere molto!).
Alcuni tricks, quando sono totalmente acquisiti dal cane, possono venire usati in momenti stressanti per diminuire l’attenzione del cane verso lo stimolo stressante e renderci partecipi del suo essere o per migliorare la concentrazione del cane in una certa situazione difficile da gestire. Inoltre possono essere utili per conoscere vari oggetti e interagire con diverse persone soprattutto per cani che hanno delle paure nei confronti di ciò che non conoscono. Per esempio l’uso del corpo umano (passare sotto, girare dietro) è un modo per far interagire cani timidi con le persone. I tricks sono poi la base di alcuni sport e possono anche essere un modo per sfogare e migliorare l’attenzione del cane prima di una lezione o gara.
Se volete imparare qualche tricks e condividere con altri in piccole sessioni veniteci a trovare al campo ad Abbiategrasso!
Il cane in auto: come comportarsi in viaggio.
Secondo il codice della strada è permesso portare liberamente in auto il vostro animale domestico purché sia custodito in una gabbia o legato con una cintura di sicurezza. Oppure è possibile che viaggi nel vano posteriore dell’auto, ma separato da una rete o un divisorio. Principalmente il cane deve poter permettere al guidatore una guida in sicurezza senza essere d’intralcio. Questo è quello che dice la legge, ma come comportarsi in caso di cane che si agitano, hanno paura o soffrono la macchina? Infatti molti cani, soprattutto se presi da adulti non conoscono l’auto e non sanno come comportarsi.
Inizialmente facciamo conoscere la macchina al cane facendo si che il cane annusi sia dentro che fuori. Annusare anche solo le gomme è un modo di familiarizzare con le automobili. Se il cane non ha problemi a salire facciamolo andare su. Se non riesce insegniamogli a salire usando premi e giochi. Iniziamo a fare brevi tratti per farlo abituare al movimento della macchina. Durante il tragitto premiamo con la voce tutti i comportamenti corretti (se sta seduto e rilassato), mentre se si agita cerchiamo di tranquillizzarlo o proviamo a usare un kennel. Alcuni cani si sentono più sicuri se sono chiusi in una gabbia, anche quelle morbide vanno bene. Se poi per vostra preferenza volete usare un kennel cercate di usare sempre lo stesso in macchina fin da subito abituando il cane a salirci su. Ricordatevi che gli unici kennel veramente salvavita (dipende poi dal tipo di urto) sono quelli di alluminio fissi che vengono dati in dotazione dalle case automobilistiche o presenti sul mercato. Inoltre il cane deve potersi muovere liberamente all’interno sia in piedi che sdraiato. Diversamente valutiamo se il cane è più a suo agio sui sedili posteriori o nel bagagliaio. Possiamo legare il cane con la cintura di sicurezza che va messa sulla pettorina e non sul collare in quanto potrebbe strozzarsi. In alcuni casi il cane potrebbe salivare molto o vomitare. In questo caso potrebbero essere due possibilità:
Primo il cane è spaventato quindi mette in atto comportamenti da paura (affanno, tremore, coda tra le gambe, irrigidimento). In questo caso iniziamo a proporre al cane piccoli giochi, snack a macchina ferma in modo che riconosca l’auto come una cosa bella. Saliamo in auto con lui e rimaniamoci finché non si tranquillizza. Appena il cane sale in auto ed è più rilassato facciamo brevi tratti (anche cinque minuti) per andare in posti piacevoli (parco, casa, campagna) in modo che associ il viaggio a una bella ricompensa. Evitiamo di usare solo l’auto per andare dal veterinario o in altri posti stressanti. Man mano poi allunghiamo sempre di più le distanze appena vediamo che la situazione migliora. A volte basta anche inizialmente andare dietro casa e poi tornare in auto.
La seconda opzione potrebbe essere vera e propria nausea da mal d’auto. In questo caso spesso passa con un po’ di pazienza e abitudine, anche qua fate inizialmente tragitti brevi. Se non vedete miglioramenti chiedete al veterinario dei farmaci o integratori che bloccano la nausea ed il malessere. Evitate anche di dare da mangiare al cane prima del viaggio.
La maggior parte dei cani è in grado di adattarsi ai viaggi in auto, l’importante è creare ambienti comodi e idonei per loro e informazioni chiare. Ricordatevi sempre di non lasciare i cani in auto coi finestrini chiusi soprattutto d’estate, ma anche d’inverno in quanto si scaldano in fretta. Evitate di fare viaggi lunghi senza prima fare delle piccole prove se il cane non è molto abituato a viaggiare. Prima di partire fate fare al cane una bella passeggiata in modo che si sfoghi e possa anche fare i bisogni che potrebbe poi trattenere nel tragitto. Spesso per molti cani non serve fare delle pause infatti spesso non fanno pipi durante le soste è quindi consigliabile non farne se non servono a noi. Facciamolo bere un pochino se fa molto caldo e se c’è lo chiede. In auto permettiamo al cane di riposare e se gli piace di guardare fuori dal finestrino.
Se andiamo lontano da casa portiamoci sempre dietro i documenti del cane per qualsiasi bisogno. Ricordiamoci anche la cuccia o qualcosa che il cane associ al suo odore, museruola e informiamoci sulle vaccinazioni obbligatorie all’estero. Ricordiamoci di prepararci in tempo a qualsiasi evenienza e chiediamo consigli ad educatori e veterinari se abbiamo dei dubbi.
apprendimento
I cani hanno bisogno di sviluppare quattro tipi di competenze nonostante spesso si guardi solo i lati fisici e sociali. Guardiamo le quattro competenze:
–fisiche come mangiare, muoversi, dormire. Questi bisogni sono i più essenziali, e quindi vengono praticamente sempre rispettati. Nell’apprendimento al cane viene data la possibilità di conoscere meglio il proprio corpo e come usarlo per muoversi nello spazio. Molti cani, per esempio, non sono a conoscenza della parte posteriore del loro corpo. Facendoli toccare oggetti col le zampe posteriori può renderli più conoscenza di avere una parte posteriore e quindi controllarla meglio. Questo aspetto è molto utile nel cuccioli in fase di crescita oppure nei cani con problemi fisici. Inoltre può aumentare la nostra conoscenza su come si muovono i cani e quindi trovare il modo di aiutarli in caso di necessità o imparare a leggere i loro segnali corporei usati per comunicare. Anche il nostro orientamento e uso nel corpo è fondamentale nell’apprendimento in quanto i cani leggono molto la direzione nel corpo per capire cosa devono fare. Decidere che movimenti utilizzare per dare dei segnali è importante per dare informazioni chiare.
–sociali: interagire con individui sia interspecifici sia intraspecifici, in quanto fin da cucciolo è importante che i cani, conoscano il mondo dove andranno a vivere. I cani hanno bisogno di una famiglia dove sentirsi sicuri ed accolti, ma anche di sapere come muoversi nel mondo esterno. Nell’apprendimento la relazione più importante è quella col proprietario che infatti viene sviluppata molto durante le sessioni. Durante le sessioni si innesca una relazione basata sulla fiducia reciproca. Infatti si aiuta i cani a fidarsi del proprietario a tal punto di fare cose che prima risultavano negative e incutevano un certo livello di timore. Cane e proprietario si uniscono nella ricerca di cose divertenti da fare in modo da innescare un gioco divertente per entrambi. Un altro aspetto è quello di rispettare i tempi e le richieste di entrambi, non chiedo ad un cane di fare qualcosa se in quel momento per esempio qualcosa che lo preoccupa. Infatti l’apprendimento è creare un momento divertente dove la principale caratteristica e creare una sintonizzazione tra cane e proprietario. Un altro aspetto è aiutare cani diffidenti verso le persone o oggetti. Infatti molti cani col tempo e la pazienza giusta possono decidere di avvicinarsi sempre di più pur di ricevere un boccone. Da qua la strada per il divertimento sarà più facile grazie alla totale scelta del cane che è libero di andare via o rimanere infatti si associa qualcosa di positivo a qualcosa che prima era, per il cane negativo.
-mentali saper crescere come individuo con le proprie caratteristiche che rispecchiano la sua individualità di quel cane in diverse situazioni. Questo aspetto è meno visto dai proprietari, ma fin da cucciolo il cane deve poter sviluppare anche le proprie competenze mentali. Nell’apprendimento si può vedere come man mano che si va avanti il cane usa sempre di più questo aspetto per capire al meglio come arrivare prima al rinforzo. Infatti l’attività mentale del cane è talmente alta che le energie usate superano alla lunga quelle usate per un’ora di corsa nei boschi. Questo non vuole dire che dobbiamo fare solo apprendimento per farli stancare, ma far usare al meglio la mente ai cani li aiuta a ragionare e trovare le migliori soluzioni. Infatti un cane con competenze mentali sviluppate sarà poi in grado di usare le cose acquisite durante le sessioni anche nella vita quotidiana. Inoltre, l’apprendimento è comunque un modo di divertirsi e far allenare il cane in momenti in cui non si può uscire.
Emotive- la necessità di saper gestire le proprie emozioni in vari momenti della vita. Fin da cucciolo il cane è alle prese con le emozioni create dalle diverse situazioni in cui si trova. Durante l’apprendimento il cane manifesterà diverse emozioni come per esempio sentirsi frustrato per aver sbagliato o eccitato all’idea di ricevere un boccone. Il saper usare al meglio queste emozioni lo aiuterà poi nella relazione con altri individui. Un esempio è la gestione dell’eccitamento che può essere visto come positivo, ma se esagerato può creare problemi. Infatti cuccioli troppo irruenti possono diventare adulti pesanti da gestire nelle socializzazioni e quindi aver poi difficoltà nell’interagire con altri cani o persone. Cani in preda alle proprie emozioni possono diventare un problema per se stessi e gli altri in quando sono ingestibili. Nell’apprendimento nulla è statico e usare le emozioni, imparando a leggerle aiuta a migliorare le competenze proprie e del cane. è anche importante sincronizzare le proprie emozioni a quelle del cane che percepisce il nostro stato d’animo in ogni momento. Per lavorare bene bisogna volerlo ed essere nello stato mentale giusto per farlo, se siamo distratti, arrabbiato o stanchi avremo diversi risultati. Riconoscere le emozioni del proprio cane non è difficile basta veramente una minima conoscenza del cane.
In conclusione l’apprendimento è dare al cane competenze da sviluppare associando qualcosa di positivo e un rinforzo. Questo sviluppando anche la relazione col proprietario e conoscere l’ambiente esterno per poter sapersi gestire al meglio. Il cane impara a collaborare con noi in assenza di conflitti e migliorare la relazione con le persone. Inoltre può essere utile per insegnare l’autocontrollo e la giusta gestione del cane da parte delle persone.
Tipi di apprendimento:
Ci sono due tipi di apprendimento:
stimolo: dove all’inizio creo io un comportamento inducendolo ed il cane segue, uso un boccone poi solo il segnale. è importante che il cane riesca a staccarsi dal cibo, in quanto il comportamento delle essere visto come una cosa divertente che verrà poi premiata.
Modellamento classico: creo un’associazione temporale tra eventi. Il cane fa un comportamento corretto e io lo associo al premio, man mano il cane saprà quale comportamento sarà utile per ricevere il rinforzo. Ci sono due diversi tipi di modellamento, quello classico e quello operante in cui posso usare il clicker.
Il clicker:
il clicker è uno strumento che si può usare nell’apprendimento come aiuto in più, infatti il metodo è sempre quello del rinforzo positivo. Ma durante la sessione di lavoro non cambierà il nostro metodo, infatti possiamo usare gli stessi movimenti, emozioni che usiamo senza clicker. Invece è uno strumento di precisione, aiuta il cane a concentrarsi meglio sul comportamento e aiuta noi a dare informazioni più precise. Il click va fatto nel momento del comportamento mentre magari la nostra voce arriva dopo e con le sbagliate emozioni. Durante una sessione il lavoro è diviso in tre parti comportamento-click.rinforzo, il clicker aiuta il cane a dare più importanza alla prima metà che alla seconda in modo da staccare la testa dal cibo. Infatti è importante che il clicker non venga associato al cibo, ma al comportamento. Infatti mentre tra il comportamento e il click non ci deve essere un tempo lungo tra il click e il rinforzo può succedere di tutto.
Il guinzaglio: strumento di tortura o di piacere?
Lavorando come educatrice cinofila, facendo la dog sitter e pensione per cani mi capita di lavorare con molti tipi di cane diversi tra loro per razza, individuo ed esperienze. La cosa che quasi sempre stupisce i proprietari è che con me il loro cane non tira al guinzaglio. L’altra cosa di cui molte persone si stupiscono è che spesso cammino con 3 o 4 cani al guinzaglio senza problemi. Un cane che tira può essere anche pericoloso, per se stesso e per gli altri per questo cerco di far in modo di evitare che accada. Non avendo doti magiche, per far in modo che la passeggiata sia un momento piacevole per tutti seguo alcune semplici regole, vediamole insieme!
Fin da cuccioli i cani hanno bisogno di fare esperienze ed esplorare il mondo che li circonda, Evitiamo di bloccarli appena si spostano da noi e mettono giù il naso, lasciamoli andare a curiosare. Più noi tiriamo più loro tireranno e si andrà ad incentivare il gioco del tiro alla fune dove chi tira di più vince. Cerchiamo di stare col nostro cane il più possibile evitando di guardare sempre il cellulare. Se mentre noi scriviamo messaggini, guardiamo facebook il nostro cucciolo ci tirerà dove vuole una volta diventato adulto lo farà ancora, ma peserà il doppio e tirerà più forte.
Durante la passeggiata interessiamoci a loro andando a fargli conoscere nuovi posti e rendendoci partecipi di cosa fanno. Ogni tanto richiamiamo la loro attenzione chiedendogli piccole cose da fare (tipo cercare cibo, un semplice esercizio o proponendo un gioco) in modo da essere attivi e non solo dei pesi all’altro capo del guinzaglio. Fermiamoci a fare piccole pause anche solo per riposarci e permettere loro di capire dove sono e cosa fare. Piuttosto che trascinarli via richiamiamo la loro attenzione e usiamo qualcosa, tipo dei bocconi.
Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.
Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.
Se il cane tira per tutto il tragitto, potrebbe essere che lo portiamo sempre nello stesso posto e quindi lui si aspetta di fare il solito giro e sentire i soliti odori. Anche i cani si annoiano e soprattutto tendono a diventare ripetitivi se non vengono stimolati andando ad anticipare sempre di più le nostre mosse. Cammino più in fretta per arrivare là e poi tornare a casa. Cerchiamo di creare nuovi percorsi, magari anche semplicemente lato della strada o piccole deviazioni in modo da evitare che il cane ci preceda, e creare un’aspettativa aumentando l’attenzione su di noi. Se il cane tira verso gli altri cani e verso altri stimoli (persone, bici, macchine) è semplicemente perchè non sa come comportarsi in quel momento. Cerchiamo di dargli tempo, fiducia e sicurezza in modo che non si sentano soli ad affrontare il mondo. Quando il cane tira e si agita stiamo fermi in modo che lui non abbia la possibilità di fare quello che vuole e veda che non riceve nulla in cambio. Appena smette e ci dà attenzione allora lo andiamo a premiare con la voce e all’inizio anche con dei premi. Alcuni cani hanno bisogno di più tempo per sentirsi sicuri e di una maggiore distanza dallo stimolo che lo spaventa. Se un cane è reattivo alle macchine inizierò a portarlo fuori dove c’è poco traffico per poi andare a lavorare, insieme ad un educatore e vedere fin dove lui possa avvicinarsi. Piano piano mi avvicinerò allo stimolo appena vedrò che il cane mette in atto i comportamenti giusti senza andare in stress.
Se lui tira per andare sempre dritto e veloce facciamo delle deviazioni, dei percorsi anche intorno a oggetti che troviamo come macchine, alberi, pali in modo che lui si senta obbligato a dare attenzione a dove stiamo andando.
La passeggiata al guinzaglio deve essere un momento piacevole di condivisione tra noi e il nostro cane. Ovviamente si possono fare passeggiate anche con gruppi di persone e altri cani. Ma una regole è quella di evitare l’incontro tra cani soprattutto se diventano insistenti. I cani hanno una comunicazione con tempi e distanze maggiori delle nostre infatti un cane sa già chi ha davanti a un centinaio di metri (maschio, femmina, adulto etc). Il guinzaglio accorcia troppo i tempi e le distanze per permettere una giusta comunicazione. Per i cuccioli poi se vengono fatti incontrare solo al guinzaglio poi per il resto della vita ad ogni cane che vedono vi tirerà verso di lui tirando sempre di più. Se incontriamo un amico oppure vogliamo comunque farli conoscere facciamo una cosa veloce e rispettando i loro tempi evitando giri ed aggrovigliamenti di guinzagli.
Il guinzaglio è uno strumento che va conosciuto e fatto conoscere al cane fin da subito. Spesso mi viene chiesto qual’è meglio (lasciando perdere quello a strozzo ovviamente) e se meglio collare o pettorina. Ma la risposta bisogna vederla facendo provare il cane e vedere con quale o la miglior risposta. Infatti tutti gli strumenti fanno male se usati male e bene se usati nel modo giusto. Qua faccio una parentesi sul flexi, per me strumento sbagliato e pericoloso. Infatti il flexy nasce per essere tirato e incentiva ancora di più il cane a tirare. Se cade non si ferma e il pezzo di plastica può essere pericoloso andando a far male a qualcuno o al cane spaventandolo. Se vogliamo permettere al cane di avere più spazio (magari in campagna) usiamo delle lunghine meno pericolose e più simili al guinzaglio classico.
Ed infine, ricordiamoci sempre che nessuno meglio di un maestro può aiutarci a comprendere ad educare il nostro amico.
Quindi, senza timore, mano al telefono e chiamiamo un educatore qualificato: con pochi esercizi saprà rendere speciali le nostre passeggiate!
Cani grossi e piccoli: possibile convivenza?
Mi viene spesso chiesto consiglio per far convivere un cane di grossa taglia con uno piccolo. Che sia per un breve periodo o una scelta dovuta ad un cambiamento di vita è bene sapere alcune cose. Anticipo che non c’è una risposta giusta perchè ogni situazione è diversa in base agli individui, canini e umani e alla situazione. ma è comunque giusto anticipare alcune nozioni di base e sapere di dover prendere determinate precauzioni.
Il rischio principale è dovuto alla grossa differenza di peso e quindi forza dei due individui che anche giocando possono correre dei rischi. Un cane di 25 kg può ferire anche gravemente un cagnolino di 5 kg semplicemente andandogli addosso un pò come se noi giochiamo con un bimbo piccolo. Quindi è giusto capire se il cane più grande è in grado di controllare la propria forza e se ha il controllo del proprio corpo per gestire l’altro. Il nanetto dovrà invece essere in grado di sapere gestire il compagno senza averne paura. Il gioco e la socievolezza con varie tipologie di cani la si impara con l’esperienza, che può essere fatta in aree cani, passeggiate o asili durante la crescita del cane. Un aspetto importante quando cresciamo un cane nella nostra società in cui possiamo incrociare diverse razze e taglie in giro, dal maremmano al piccolo maltese.
Un aspetto molto importante è poi la predazione, quanto istinto predatorio ha il cane? se il piccolo jack russell viene scambiato per una lepre ogni volta che si muove non avrà vita facile. Un pò come la prova coi gatti è giusto sapere quindi se il nostro cane ha un istinto marcato e se lo controlla o meno.
Ultima, ma fondamentale informazione è la capacità sociale dei due cani. Se sono ben socializzati e hanno una giusta comunicazione tra simili sarà più facile. Un chihuahua che è sempre stato in casa o in braccio non riuscirà a comunicare bene con il nuovo arrivato creando tensioni e problemi.
Vediamo ora un elenco delle precauzioni da prendere:
Se possibile iniziamo a far conoscere i due cani in zone neutre facendo passeggiate in modo che si conoscano per gradi. Se sono tranquilli possiamo farli incontrare con delle lunghine o a rete e poi liberi. Se possibile possiamo mettere come precauzione iniziale la museruola (basker) al cane grosso in modo che non possa ferire gravemente l’altro. Se saputa portare la museruola non è una tortura, ma per il cane solo uno strumento che tutela lui e noi. Evitiamo giochi e situazioni di stress per non creare motivazioni di liti.
In casa mettiamo dei cancelletti in modo da tenere i cani separati inizialmente e vedere come reagiscono in sicurezza alla vista dell’altro. Il cancelletto è utile quando il cane di piccola taglia ha bisogno di staccare e stare in sicurezza oltre che servire quando sono soli. Infatti non lasciare i cani soli insieme se non abbiamo la sicurezza totale che si tollerino e rispettino.
Dobbiamo essere consapevoli che non sempre la situazione può evolvere al meglio, e può capitare che i due cani non possano convivere liberamente insieme. Questo perchè può sorgere qualche aspetto che non li fa entrare in sintonia. Può essere che siano dello stesso sesso, è difficile per esempio che un pit bull conviva serenamente la presenza di un maschio anche se di taglia piccola in casa. Oppure uno dei due cani abbia una forte motivazione territoriale che non accetta l’altro in casa (magari fuori si). In questo caso se non abbiamo alternative dobbiamo essere pronti a tenere i due cani separati tutelando entrambi.
Diffidate di chi dice che col tempo si abituano, chi sostiene che alcune razze amano i cani di taglia piccola e viceversa. Andare d’accordo con un altro cane non è facile come per noi non è facile andare d’accordo con tutti soprattutto se sono molto diversi a livello fisico e caratteriale. Chiedete sempre consiglio a chi è esperto cercando di fare il percorso più idoneo per voi e il cane.
l’adolescenza del cane
“L’adolescenza è l’epoca in cui l’esperienza la si conquista a morsi.”(Jack London).
Quando decidiamo di prendere un cucciolo la maggior parte delle volte sappiamo che bisognerà insegnargli alcune regole base: fare pipi fuori, non mordere oggetti e persone, andare al guinzaglio e altro. I cuccioli crescono sotto la nostra ombra e in base alle esperienze fatte fino ai 4 mesi crescono senza grossi problemi. Spesso si pensa che le cose si sistemeranno da sole o che è presto per andare ad educare il cane e la famiglia. Molte persone vengono da me quando il cane ha ormai 6/8 mesi ed è li che inizia il delirio perchè si, come nell’uomo, anche nei cani c’è l’adolescenza. Questo periodo infatti è molto delicato e rende impegnativo iniziare un periodo educativo che spesso è meglio iniziare prima o dopo.
Tra i 6 mesi e l’anno e mezzo fino ai 2 anni per le razze più grandi ci sono cambiamenti fisiologici e comportamentali del cane che non sono per niente semplici. Mentre quando era cucciolo siamo riusciti ad insegnargli il seduto, a non tirare, a giocare, ora ci troviamo di fronte ad un cane totalmente diverso.
Non ascolta più, è molto più attratto dall’ambiente che da noi, non gioca con gli altri cani, non sta fermo un attimo e mette in atto comportamenti all’apparenza minacciosi e scontrosi. Per questo motivo molte persone per la paura di perderlo, che possa farsi o far del male iniziamo ad isolarlo rendendo però le cose molto più difficili per la crescita equilibrata del cane.
Ma cosa succede?
In primis vengono in atto cambiamenti fisiologici con l’aumento della produzione degli ormoni più graduale nei maschi che producono testosterone fin da prima della nascita in quantità sempre maggiore. Mentre nelle femmine c’è un picco di ormoni durante il calore che poi si riassetta quando finisce il periodo fertile. In entrambi i sessi la maturazione sessuale è fondamentale per la completa crescita dell’organismo sia a livello fisico che mentale. Si è visto per esempio che andare a sterilizzare in questa età crea grossi problemi a livello di malattie ortopediche (come la displasia), alcune tipologie di tumori e malattie come il diabete che possono insorgere più avanti. Il fisico in generale finisce di crescere andando a terminare lo sviluppo osseo, celebrale e dell’organismo andando a influenzare il comportamento con momenti di rapidi cambiamenti. In questa fase i cani possono avere fastidi, dolori, sbalzi umorali dovuti alla rapida evoluzione del loro corpo. In questo periodo è importante fare attività fisica controllata e non esagerata per non creare traumi a livello delle articolazioni che sono in fase di assesto. È giusto fare attività, anche sport, ma non a livello agonistico e sotto stretto controllo. Inoltre se il cane sembra più svogliato potrebbe essere che abbia fastidi da qualche parte.
Per quanto riguarda invece il lato comportamentale l’adolescenza è quel momento in cui i cani, come i ragazzi, non sono più bambini, ma nemmeno adulti. Si sentono molto più attratti dal mondo esterno di cui non hanno più timore, motivo per cui tendono ad allontanarsi di più. Noi non siamo più i loro protettori, ma dobbiamo diventare i loro compagni di avventure e quelli che li aiutano nelle difficoltà. Se abbiamo lavorato bene quando erano cuccioli, ora dobbiamo lavorare sulla fiducia che abbiamo in loro e noi in loro. Lasciandoli liberi quando sono in grado di sapersi gestire, e insegnandogli a crescere in modo responsabile. Non lasciamoli in balia degli eventi e di loro stessi, ma guidiamoli nella scoperta del mondo. Inizieranno a provare emozioni più intense che rimarranno nella loro memoria e a volersi confrontare con la realtà. Succede che spesso provino paure per cose strane o prima innocue, ma è fondamentale che facciano esperienze per imparare a controllare i loro sbalzi di umore. Le lezioni di educazione possono sembrare sprecate, perchè sembrano svogliati, ma saranno sempre utili se loro ne traggono beneficio. Anche se sembrano non ricordarsi più come fare un seduto, lo terranno a mente, ma ora sono impegnati a crescere e scoprire il mondo. Può essere più utile insegnargli a controllare l’autocontrollo, la relazione con altri individui e lavorare molto sulla relazione con voi
Molti hanno paura a far socializzare in questo periodo i cani perchè iniziano a mettere in atto comportamenti che ha noi sembrano pericolosi. Il gioco non è più il divertimento dei cuccioli, ma si inseriscono momenti di tensione soprattutto tra maschi di età simile. Ma è fondamentale che, con le dovute precauzioni, gli adolescenti si fronteggino con altri e se stessi per capire che posto avranno nel mondo. Gli adolescenti devono aver modo di imparare da adulti competenti sia maschi che femmine per capire quando è il caso di mettersi in gioco e quando invece si può stare insieme in tranquillità. Tenendo sempre conto della razza e dell’individuo facciamo in modo che il nostro cane faccia sempre esperienze di relazione corrette in modo da imparare a calibrare sempre le proprie abilità. I maschi possono e devono imparare a confrontarsi senza andare in rissa e creare situazioni che possono degenerare. Ovviamente anche in questo noi dobbiamo essere di fianco al nostro cane come supporto e guida. Molte persone isolano soprattutto i maschi per paura che possano far del male, ma facendo cosi loro cresceranno senza esperienza e quindi senza poi sapersi controllare da adulti. Inoltre e fondamentale che entrambi i sessi imparino a rispettarsi e conoscersi. La socializzazione in questa fase è molto delicata, ma fondamentale per creare adulti responsabili.
Tutte le attività del cane vengono modificate dal gioco alla passeggiata, ma se continueremo a fare in modo che continui a fare le esperienze giuste diventerà un adulto responsabile. A differenza dell’infanzia l’adolescenza è lunga e più complessa, ma è anche il periodo della vita di un individuo che segna ciò che sarà da adulto. Sarà importante che noi non cambiamo il nostro ruolo di compagno al loro fianco e non perdiamo la loro fiducia.
Seppur è preferibile iniziare l’educazione e l’insegnamento di un cane da cucciolo è fondamentale continuare durante l’adolescenza. Se riusciamo a crescere il nostro cane per i primi due anni in modo giusto avremo al nostro fianco un vero amico.
I pitbull: cani assassini o cani incompresi?
La parola pitbull deriva dall’unione di pit- arena e bull toro dovuto al loro primario allevamento ed utilizzo come cani da combattimento nelle arene fino al 1800 almeno in Europa (nel 1830 diventò illegale in Inghilterra). Questo aspetto ha fatto si che l’american pitbull terrier abbia un passato non troppo lontano da killer di cani. Questo aspetto è fondamentale per capire il poco interesse e la bassa capacità di questi cani di interagire tra loro. Cani nati per uccidere i loro simili hanno una bassissima motivazione sociale interspecifica. Molti bulli infatti all’arrivo dell’età adulta tendono ad avere una bassissima tolleranza tra conspecifici motivo per cui non dovrebbero quasi mai stare liberi coi cani soprattutto se non conosciuti. Sono cani muscolosi e veloci caratteristiche derivanti dagli antenati terrier e utili nei combattimenti insieme ad un’alta motivazione predatoria, possessiva e competitiva. Vengono spinti dalle emozioni e hanno un’alta reattività cosa che gli rende veloci a cambiare umore e intenzione. Passano da essere sdraiati tranquilli in un prato a attaccati al cancello in un batter d’occhio. Pur non essendo nei primi posti come cani di per sé pericolosi lo sono per la potenza e resistenza muscolare che possiedono. Se non vengono cresciuti consapevolmente e seguendo regole precise possono farsi guidare dalla competizione e predazione senza sapersi fermare. La loro reattività oltre alla potenza mandibolare e conformazione fisica soprattutto del collo li rende delle potentissime macchine da combattimento. La loro bassa socialità li rende quindi poco adatti alle aree affollate da altri cani come le aree cani e vite frenetiche come la nostra epoca moderna.
Dai cugini molossi ereditano una forte motivazione protettiva ed affiliativa cioè il bisogno di proteggere ed appartenere ad una persona. Motivo per cui i pitbull hanno un fortissimo bisogno di vivere a strettissimo contatto coi proprietari e soffrono terribilmente se lasciati soli e nei canili. Il loro forte bisogno di appartenenza non li rende adatti quindi a persone che sono tante ore via da casa o che tendono a cambiare molto routine. Sono cani che tendenzialmente hanno un’ottima affinità con le persone e coi bambini cosa però spesso presa alla leggera. Questo lato li rende capaci di resistere a qualsiasi dolore pur di stare col padrone motivo per cui prima di reagire a qualsiasi punizione ci vuole molto. Ma la loro reattività e forte bisogno di usare la bocca li rende pericolosi se non viene insegnato il controllo in momenti di gioco e vita. Come tutti i cani devono imparare a giocare nel modo corretto con i giusti strumenti. Dl proprietario invece dovrà fare molta attenzione a conoscere piccoli e veloci cambiamenti di umore e motivazione del cane per interrompere al momento giusto.
Nella storia i bull di tipo staffy diventano, come molti cugini molossi, cani da guardia delle case e del bestiame. Mentre dai pitbull meno aggressivi nasce l’amstaff razza riconosciuta dall’enci, ma che conserva le caratteristiche principali dei cugini. Essendo però discendenti da altre linee genetiche tendono a poter convivere di più con altri cani ovviamente con tutte le precauzioni. Questo non vuol dire che i pitbull non possano stare coi loro simili, ma serve un lungo e costante lavoro di socializzazione e soprattutto fiducia e rapporto col proprietario.
Come tutte le razze anche i bulli hanno la loro storia e le loro caratteristiche che sono importanti da tenere conto quando si ha a che fare con uno di loro. Oggi però si tende a parlare molto dei pitbull come cani assassini e pericolosi. Inoltre ed è forse la cosa più pericolosa stando nascendo razze che derivano da questo genere di cane senza però tenere conto della genetica e delle caratteristiche. Se ci informiamo vedremo che i cani di tipo pit hanno una bassa motivazione sociale inter specifica. Se siamo persone che amano socializzare e vogliamo andare nelle aree cani o là dove ci sono altri gruppi cinofili forse il pit non fa per noi. Se poi tendiamo a far socializzare il nostro cucciolo solo coi suoi simili finirà con il non saper socializzare con cani diversi da lui e avrà sempre un gioco fisico che può diventare pericoloso. Dobbiamo anche tenere conto della forte tendenza predatoria di questi cani soprattutto in presenza di cani di taglia piccola e altri animali.
Insegnare a questi cani l’autocontrollo e le regole di gestione è fondamentale per avere sempre la possibilità di fermarli e farci sentire. Spesso poi vengono presi dai canili e cresciuti senza tenere presente il loro passato che però può venir fuori da un momento all’altro creando problemi. Se siamo quindi persone che hanno poco tempo da dedicargli e viviamo molto la giornata il pitbull non fa per noi. Come non è indicato come primo cane in quanto ha caratteristiche che richiedono molta conoscenza e lavoro.
I pitbull non sono assassini, ma sono per le loro caratteristiche fisiche e comportamentali cani complessi e che possono diventare facilmente pericolosi. Sono cani che hanno la capacità di uccidere e se cresciuti male possono diventare veramente ingestibili in una società caotica come quella di oggi.
Personalmente penso che come per tutte le razze i pitbull abbiamo dei pregi e dei difetti. Ma essendo cani molto particolari nella loro evoluzione fisica ed emotiva sia fondamentale avere le basi per una corretta gestione. Nessun cane è per tutti, ma l’alta capacità di poter far male di un cane di tipo pit sia alle persone che ai cani deve essere tenuta conto quando si scelgono cani di queste tipologie. Inoltre chi li prende deve essere consapevole che hanno determinate esigenze e che bisogna tenere determinate precauzioni, come non lasciarli liberi se soli, inserire regole e crescerli con consapevolezza.
I pitbull non vanno discriminati, ma vanno protetti e rispettati conoscendo la loro pericolosità dovuta al loro passato, non troppo lontano in cui venivano usati per uccidere. D’altronde un cane nato per far del male ai suoi simili non può diventare un cagnolino da salotto.
p.s nella foto Thor il nostro amstaff cerca casa a rescuebau!